I primi passi

Sono Nata a Catanzaro, in uno dei quartieri popolare della città, dove regnava anche il disagio sociale, ma tra tutte le famiglie c’era molto solidarietà, ci si aiutava uno con l’altro. Sono cresciuta in una famiglia di quattro figli e con l’amore di una mamma con forti valori. Vivevo in un contesto di famiglia patriarcale, in cui nella gerarchia famigliare tutto era permesso al primogenito e ai maschi. In quell’epoca, esisteva molta rigidità riguardo all’educazione dei figli, senza un dialogo per trasmettere ciò che era giusto e sbagliato.

La violenza psicologica a cui ero sottoposta è stata uno dei motivi principali per cui mi si è aperta la via ad una vita ribelle. Mi ci sono voluti molti anni per capire il contesto della povertà affettiva in cui vivevo, la struttura patriarcale che plasmava la società, che mi faceva sentire diversa e che mi rendeva vittima dei conflitti psicologici. Solo più tardi ho capito che tutto ciò non era altro che frutto dell’ignoranza e della mentalità retrograda.

Questo contesto così burrascoso mi causò moltissimi conflitti interiori, tra i quali la timidezza, il sentirmi sbagliata, e mi rifugiavo timidamente spesso dietro ai miei fratelli, e mia sorella la quale mi proteggeva essendo io la più piccola.   Non avevo la possibilità di reagire, perciò uno dei posti in cui trovavo pace era quando andavo a giocare in cortile o la colonia estiva della parrocchia, luogo in cui vivevo una situazione opposta: mi sentivo libera. In oratorio ho imparato ad aprirmi un po’ di più, ad abbandonare almeno parzialmente la mia timidezza, le mie paure, e giocare a calcio. Questo mi è servito tantissimo per contrastare ciò che vivevo dentro di me. Tutti questi piccoli passi mi hanno poi condotta alla sicurezza interiore, all’educazione del cuore, ad assimilare alcuni insegnamenti fondamentali che hanno segnato profondamente la mia vita, vale a dire la capacità di amare, di essere altruista e imparare a mettere da parte le gelosie.

Fin da bambina ero una ragazza ribelle e anticonformista, com’è di costume in meridione, con doti naturali alle attività sportive. Ricordo che ai giochi della gioventù a scuola giocavo a calcio con i maschi e con mio fratello. Per questo motivo venivo criticata, giudicata e derisa dagli adulti. Mi facevano sentire diversa, come se fossi nata sbagliata e che avrei dovuto nascere maschio.  Mi sentivo persa, priva di forze e mi lasciavo giudicare. Era troppo il dolore che queste situazioni negative creavano in me, oltre al fatto di non sentirmi accettata per quello che ero. Con in cuore e nell’anima la voglia di libertà, cresceva forte in me il desiderio di giocare a pallone. Questo sogno si è realizzato quando sono stata notata e inserita in una squadra di calcio femminile, per poi iniziare la carriera in serie A nazionale.

Nel lungo percorso della mia carriera mi sono ricreduta, capì che forse non ero del tutto sbagliata e che avevo delle capacità innate. Capì che era stato solo il giudizio ignorante e poco acculturato dell’adulto, che aveva influenzato la mia mente con una violenza distruttiva, priva di sensibilità affettiva e di attenzione per il prossimo, in particolar modo per la psiche di una bimba alquanto indifesa. La mia ribellione, la voglia di esprimere la mia emozione in una libertà espressiva, l’amore per la giustizia e per il più debole, mi hanno dato il coraggio di lottare. Non volevo identificarmi con quel mondo violento ed arrogante, un mondo che non mi apparteneva più. La mia voglia di riscatto, di voler far conoscere a tutto il mondo la mia vera identità, la mia perseveranza, la voglia di migliorarmi: tutto questo l’ho ottenuto grazie allo sport. È infatti, lo sport che mi ha insegnato ad essere resiliente, a trasformare gli ostacoli della vita in forza positiva. In questo momento della vita avevo la consapevolezza che il calcio era la strada giusta, anche perché mi venivano trasmessi quei valori in cui m’identificavo. Sentivo la necessità di lottare, sacrificarmi e allenarmi per il grande giorno della partita. Avevo appreso in modo così intenso e radicale questi valori che erano divenuti come una legge che trasportavo anche nella mia vita quotidiana. Difatti, questo mio vissuto esperienziale è uno dei motivi che mi hanno condotto ad essere di aiuto ai tanti ragazzi incontrati in questi anni, per mezzo dello sport e dei suoi valori.

Ho creato un sistema educativo formativo grazie anche alla mia conversione spirituale. Infatti, il sistema educativo cuore-formazione consiste nella proposta: Corpo Cuore Mente, che lavora sulla gestione delle emozioni e insegna come diventare resiliente e come ascoltare il cuore. Il progetto vita e sport si coniuga con Cuore Formazione ed è articolato come un mezzo di trasporto in ogni ambito sociale: scolastico, sportivo, famigliare e di comunità territoriale.

A 17 anni ho incontrato il mio ex marito con cui mi sono spostata per costruire un futuro migliore. Mi sono trasferita a Pisa, dove ho potuto lavorare nel negozio di mia sorella, che mi ha presa con sé e protetta così come aveva fatto anche durante la mia infanzia. Dopo il matrimonio ho dovuto lasciare il calcio finché non ci siamo sistemati a Reggio Emilia in modo stabile. Nel corso degli anni di vita matrimoniale capii che avevo voglia di libertà, quella libertà che mi era stata negata. Dopo 18 anni il matrimonio finisce, in quanto la libertà in me cresceva sempre più e, per correttezza verso chi avevo sposato, ho deciso di seguire le scelte di vita maturate e sicuramente condizionate dal vissuto dell’infanzia.

Percorso spirituale & sociale

Credo molto nella Trinità per questo mi identifico Cattolica cristiana, devota e discepola del Cuore di Cristo. Durante il mio percorso di vita ho riscontrato molti conflitti con la chiesa tradizionale, mi sento molto più vicina alla chiesa di papa Francesco, mio esempio di cammino spirituale e di evangelizzazione per la strada.   Prendo il cuore di Gesù come riferimento nella mia vita, e mi sento di vivere e annunciare i suoi valori fondamentali come la fratellanza, l’amore, il bene, il cuore, la benevolenza. Con la mia conversione, ho fatto anche una scelta di vita verso l’amore incondizionato, cerco di coniugare ogni azione, ogni pensiero ogni cosa e riportarla ad un senso di bene, di amore per l’altro.