CUORE FORMAZIONE                                          

Il sistema educativo e formativo Cuore Formazione riguarda l’impostazione dell’azione educativa  CorpoCuoreMente che agisce attraverso i tre canali principali dell’apprendimento: il corpo (imparare attraverso lo sport, il movimento e il gioco) il cuore (emotivo) la mente (cognitivo) e usa una globalità di linguaggi e strumenti per accompagnare lo sviluppo della percezione, del valore di ogni singolo evento, vivendolo come risorsa esperienziale e di crescita al cambiamento. 

Corpo Cuore Mente: è un allenamento all’educazione emozionale in cui il corpo reagisce, il cuore sente e la mente ragiona. Ogni persona può trovarsi in conflitto con la nostra parte razionale (mente) che vuole imporsi a soffocare la parte emotiva (cuore) allora il nostro corpo reagisce con delle sintomatologie importanti, purtroppo molte persone più delle volte cercano o sono costrette a prendere delle posizioni razionali pur sbagliando e trascurando o soffocando la propria parte emozionale. Questo è uno dei motivi per il quale ci prendiamo cura della gestione delle emozioni e dell’integrazione tra le due parti.

 

CF Sport Educativo Formativo 

La nostra cultura è guardare lo sport con un’ottica di benessere corporeo e mentale. Le nostre attività sportive o motorie Vita&Sport si basano su una didattica esperienziale per lo sviluppo del bambino dal punto di vista motorio, cognitivo e dal punto di vista emotivo quindi dell’intelligenza emotiva:

  • cognitivo motorio, dal punto di vista cognitivo facciamo riferimento alla neurofisiologia del comportamento motorio, alla percezione, azioni e quindi all’immaginazione motoria; il concetto principale è l’attenzione e l’apprendimento che si sviluppa nella motoria, nel gioco e nello sport in modo trasversale.
  • Motoria emotiva facciamo riferimento alla neurobiologia delle emozioni, in particolar modo all’ ansia, all’attivazione, allo stress, alla prestazione sportiva
  • Motoria motivazionale la motivazione è collegata all’automotivazione come passione, relazione e personalità, è legata alla teoria  della mente, allo sviluppo emotivo,  all’auto regolazione  e resilienza.

Nelle nostre attività sportive e nella nostra scuola calcio si vive una scuola di resilienza perché il fulcro della vita è “non mollare”, infatti quando si perde una partita per la nostra educazione emozionale diventa un’opportunità positiva per ripartire sempre più motivati, diventa uno strumento di motivazione, s’impara a trasformare qualsiasi cosa negativa in un’opportunità successiva, a non avere paura di mettersi in gioco. Per noi in una partita il risultato non è un punto di arrivo ma diventa come punto di partenza, sviluppando un processo di ricostruzione e ristrutturazione cognitiva. Nel nostro percorso la resilienza la mettiamo in atto con la motivazione tramite il gioco e il divertimento, spostando la sua attenzione su tutto quello che il ragazzo ha vissuto, cosa ha imparato e cosa ha condiviso, perché i ragazzi fanno molto fatica a esprimere le proprie emozioni. In questo modo riusciamo a fargli migliorare la performance in tutte l’aere che circondano il suo ciclo di vita.

CF Gioco Educativo Formativo

La nostra metodologia emozionale Cuore Formazione Con il nostro progetto Vita&Sport ci rileva e ci fa acquisire dei feedback straordinari nella vita del ragazzo. Rileviamo la fase dello sviluppo empatico individuale e di gruppo, dell’attaccamento che ha nei confronti della struttura, del sistema e del gruppo stesso; rileviamo anche la consapevolezza del sé che gli fa conoscere l’importanza del percorso intrapreso e facendogli nascere la volontà di emergere.  La fase della moderazione comportamentale e della regolazione affettiva gli permette di conoscere le proprie emozioni che sono fondamentali, infatti questo è il motivo primario che ci ha fatto sposare la filosofia (educare giocando) perché nel gioco si sviluppano con le massime espressività emotive le proprie potenzialità intellettive, affettive e relazionali, facendo emergere in particolare le capacità potenziali dei ragazzi.  

Non succede la stessa cosa, invece, a quelli che non riescono ad esprime le proprie emozioni e che non riescono a relazionarsi con i propri coetanei a causa della loro timidezza o insicurezza, caratteristiche che rispecchiano una categoria ben definita appartenente a ragazzi con disagi di diversa natura, evidenziando alcune sintomatologie come la dipendenza dai social, dal telefonino, dai video games ecc. Scientificamente è stato convalidato che sono aumentati tanti disagi da:

  • Disturbo di apprendimento, Dsa – Bes che sono molto presenti nelle nostre scuole.
  • Deficit dell’attenzione, infatti si è riscontrato che gli adolescenti italiani trascorrono in media 5 ore e mezzo davanti a telefonino/play station portando a conseguenze gravi e ad effetti sul cervello come l’incapacità di prestare attenzione al mondo esterno.
  • Dimensione temporanea falsata, percepiscono, inoltre, una dimensione temporanea falsata in quanto l’attesa, nonostante duri anche pochi istanti, diventa insopportabile e il ragazzo risulta intollerante poiché con il suo mondo virtuale è abituato a tempi diversi.
  • Deficit relazionale: sul piano comportamentale il bambino diventa progressivamente sempre più incapace di rapportarsi con gli altri e con la realtà. Un altro disagio in aumento è il
  • Hikikomori: un altro disagio comportamentale sempre più frequente e in notevole aumento. Sono adolescenti che si rifiutano di avere rapporti sociali e vivono rinchiusi nella propria stanza giorno e notte.
  • Sedentarietà è la causa principale dell’obesità più che l’assunzione di cibi molto calorici.
  • Disturbo da carenza di natura, i bambini assorbono le ansie e le paure dei genitori, non riescono ad allontanarsi da casa si sentono persi, lo sport in tutto questo aiuta come cura del corpo e della mente.

Questi ragazzi risultano una categoria difficile su cui poter lavorare a causa della loro inespressività nei confronti delle proprie emozioni. In queste situazioni si suggerisce una cura di socializzazione che può comprendere un’attività fisica, sportiva o ricreativa che sia essa casuale o imposta; solo in questo modo si può creare un terreno fertile per un approccio esperienziale-relazionale e, in una prospettiva futura, per un percorso di socializzazione educativa. Indiscutibilmente i ragazzi che frequentano la strada sono più ribelli e più aggressivi, sono abituati a seguire una loro cultura interna con le rispettive leggi da rispettare e far rispettare; questo però può essere visto come un aspetto positivo perché, seppur in modo discutibile, riescono ad esprimere le loro emozioni attraverso un linguaggio di ribellione, risultando alla fine meno pericolosi dal punto di vista scientifico-esperienziale di quella categoria di ragazzi che si nascondono e che presentano disagi importanti di socializzazione, di relazione e di cognitivo.